Via Crucis Interparrocchiale 2012
Le Taissine di Gorno hanno collaborato alla preparazione della Via Crucis interparrocchiale che si è svolta a Gorno
VENERDI’ 2 MARZO 2012
Le varie stazioni della Via Crucis sono state animate da alcuni gruppi della Parrocchia e ognuno ha allestito uno spazio e preparato una riflessione sul tema assegnato.
Le Taissine hanno animato la terza tappa:
LA CONDANNA DI GESU’
Ecco la postazione allestita dal gruppo sul piazzale antistante al Municipio, a fianco del monumento ai minatori.
Durante la lettura della riflessione.
Riportiamo di seguito il testo di riflessione letto sulla condanna, un testo toccante, che racconta in breve la storia vera di una Taissina di Gorno tramandataci dalla figlia stessa:
Gli uomini condannano altri uomini, per errori commessi o presunti, per come sono, per quello che fanno….ma a volte anche la natura, l’ambiente, lo stile di vita condanna….
Anche nei nostri ambienti, nelle nostre case, vicino a noi ci sono e ci sono state situazioni, momenti che raccontati sanno di condanna a una vita dura, a una vita di sacrifici, alla sofferenza, alla malattia, alla morte…
“Mio papà morì molto giovane lasciando sola mia mamma e noi 6 figli da far crescere. Fu per questo che la mamma iniziò a fare la taissina alla laveria, per garantire da mangiare a noi tutti ancora piccoli.
Ai tempi mancava davvero tutto soprattutto da mangiare.
La mamma lavorava tanto anche più di 10 ore al giorno. Alla laveria non si respirava bene, era molto umido e le donne avevano sempre le mani in acqua per selezionare il materiale sul nastro.
La mamma partiva tutti i giorni a piedi e scendeva e saliva il crinale della valle in qualsiasi stagione e con qualsiasi condizione di tempo.
Fu così che si ammalò di pleurite, e in un primo momento si ritirò dal lavoro, ma poi fu costretta a tornarci perché noi eravamo troppo piccoli per badare a noi stessi.
Il ritorno alla laveria non durò molto: la mamma venne ricoverata all’ospedale dove restò per circa 4 mesi e dove morì.
Il lavoro allora era svolto in condizioni sanitarie pessime, senza nessun controllo e soprattutto alternato ad una vita altrettanto precaria: sveglia presto, tanti lavori in casa e nei campi e pochissimo mangiare.
Noi figli ci siamo trovati molto piccoli non solo senza padre, ma anche senza madre in un periodo storico davvero difficile.
La mamma nonostante la vita dura, le privazioni e la condanna della malattia è riuscita comunque a darci molti insegnamenti ad accudirci e a curarsi di noi figli finché le sue condizioni di salute gliel’hanno permesso”
” Ai sò pöcc la gh’à dat töt:
la éta e ‘l pa per ol de sa,
l’esempe e ‘l pregà per ol de là.”(Ai suoi figli ha dato tutto,
la vita e il pane per l’al di qua,
l’esempio e il pregare per l’aldilà)
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