Riflessioni sul Presepe 2011
Natale e quotidianità
A Natale risuona il canto degli angeli che lodano Dio e dicono: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama”.
Il Vangelo racconta che i pastori, dopo aver ascoltato il messaggio dell’Angelo, si dissero l’un l’altro: “Andiamo fino a Betlemme” e “andarono, senza indugio”. Ciò che era stato loro annunciato era così importante che dovevano muoversi immediatamente.
Nella nostra vita quotidiana le cose non stanno così.
Viviamo in affari e occupazioni che ci riempiono totalmente e che rendono il cammino verso la mangiatoia molto lungo. Tante cose, all’apparenza urgenti, reclamano la precedenza, si tende a rimandare.
Nutrirsi
Le nostre tavole sono sempre colme di cibo, straripanti di ogni frutto, piene di alimenti… Sappiamo oggi riconoscere quale è il vero cibo?
Gesù ci dice: “ Io sono il pane disceso dal cielo, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno”
Vestirsi
L’apparire oggi è fondamentale, bisogna per forza essere alla moda.
Quanta importanza ha per noi vestirsi e curare il corpo?
Gesù ci dice:”Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.”
Lavorare
Viviamo strani giorni, il disagio e la confusione sopraffatti dal nostro lavorare, dal fare, dal produrre…Quale posto occupa nella nostra vita il lavoro?
Gesù ha detto ai pescatori: “Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito, lasciate le reti, lo seguirono.
Tempo libero
Il nostro tempo libero è pieno di tante attività, impegni, svaghi e in tutto questo riusciamo a sentire l’annuncio di questa nascita speciale? Riusciamo a trovare tempo per pensare a Lui?
Gesù dice: “Se due o tre si riuniranno per invocare il mio nome, Io sarò in mezzo a loro”
Accogliere
In questa notte di Natale Maria e Giuseppe condividono la sorte di molti profughi, di molti immigrati, di molti poveri…in poche parole degli ultimi, quelli che nessuno vuole, quelli che preferiamo evitare…
E noi? Siamo capaci di accogliere, siamo capaci di guardare l’altro senza giudicare, senza fermarci alla superficie?
Gesù dice: “Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me.”
Amo pensare
che il Natale
ci porterà Dio
non se ci preoccuperemo troppo
di come ci vestiremo e di cosa mangeremo,
di quanto lavoreremo e di come ci divertiremo…
ma nella misura in cui
porgeremo la mano al prossimo
nelle nostre famiglie, nelle nostre case,
nelle nostre strade, nei nostri paesi
e nel mondo.
Perché lì c’è il volto di Gesù.
Non cerchiamolo troppo lontano
altrimenti le nebbie della disattenzione
non ce lo faranno più vedere.
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