E’ mancata la taissina Beniamina
E’ mancata oggi a quasi 92 anni nella sua casa di Zambla Bassa dove viveva con il marito Battista Tiraboschi, 98 anni, Beniamina Palazzi che ha svolto il lavoro di taissina alla laveria di Oltre il Colle.
L’anno scorso Beniamina e Battista avevano festeggiato un traguardo davvero invidiabile: settant’anni di matrimonio.
Vogliamo salutarla ricordando le sue parole, racconto di una vita di taissina che ci ha regalato in occasione della stesura del libro “Taissine” nel 2012:
” E’ stata invece impegnata nella laveria di Oltre il Colle, Beniamina Palazzi, nativa di Zorzone che, a 90 anni raggiunti, ci ha raccontato com’è stata la sua lunga vita tra miniere, matrimonio e famiglia.
“Ho fatto anche io la taissina come tutte le mie coetanee – ricorda Beniamina nella sua casa a Zambla Bassa -. La mia famiglia era di Zorzone, quindi tutti i giorni e anche di notte percorrevo la lunga strada a piedi per raggiungere la laveria che era in fondo alla valle; non mi spaventata la camminata, piuttosto il buio; soprattutto durante la guerra, quando c’erano i tedeschi e i partigiani. Si lavorava a turni di 8 ore ma spesso, se c’era una compagna assente o malata, se ne lavoravano anche 16. Non c’era scelta insomma.
Quello della taissina è un lavoro che noi tutte abbiamo fatto da giovanissime ma mi ricordo che c’erano anche taissine più anziane, spesso vedove, che quindi continuavano il lavoro anche dopo i 40 anni per far sopravvivere la famiglia. Nel mio caso comunque dopo il matrimonio non andai più a lavorare”.
La storia di Beniamina è ancora più emozionante se si considera che il suo matrimonio con Battista Tiraboschi dura tutt’oggi e che i due coniugi vivono ancora nella loro casa a Zambla Bassa.
“Ci siamo sposati nel 1943 – spiega il marito -. Io ero riuscito a tornare dalla guerra: ero in Jugoslavia da due anni quando mi diedero l’esonero perché serviva manodopera nelle miniere. Tornai a casa con 2.000 lire in tasca per l’esonero e così riuscii a mettere su famiglia.
Ci siamo sposati a Zorzone e poi siamo andati con l’autobus in viaggio di nozze in Città Alta a Bergamo, che bei tempi! Non c’era niente ma ci siamo voluti bene! All’inizio abitavamo in una baracca possiamo dire, poi, piano piano con i sacrifici, ci siamo fatti la nostra bella casa”.
Dopo la guerra dunque Battista lavorò 35 anni in miniera, riuscendo a superare le malattie e le tragedie e arrivando oggi alla veneranda età di 96 anni.
“Non c’era solo la miniera – continua Beniamina -, c’era anche da badare gli animali e la Santa Messa di mattino presto: ci alzavamo dunque alle 3 e mezza, 4 del mattino e davanti avevamo tutta una giornata di fatiche. Come saprete da mangiare non c’era niente, ne abbiamo mangiata di erba, di tutti i tipi: verdura ce n’era sempre, d’inverno poi anche castagne e patate, magari con un po’ di mascherpa, era questa tutta la nostra soddisfazione!”
Beniamina e Battista hanno avuto cinque figlie e diversi nipoti; lei quando riesce legge ancora il giornale e lui ci tiene a precisare “Guarne amò i poie”; che dire di più, una coppia davvero d’esempio per tutti noi!”
Beniamina Palazzi n. Zorzone BG 15-09-22 + Zambla Bassa BG 24-04-14
Ecco la notizia riportata anche da “L’Eco di Bergamo” del 28 Aprile 2014
Antichi mestieri in Val Trompia
Le Taissine hanno partecipato e animato con stand e canti la manifestazione: Antichi mestieri in miniera presso Pezzaze in Val Trompia in 6 Aprile 2014
My name is Charlie
Le Taissine hanno partecipato alla prima proiezione di:
“My name is Charlie”
documentario di Valeria Messina e Daniele Gastoldi
SABATO 15 MARZO 2014 a Gorno
Il documentario racconta la storia dello straordinario salvataggio di Modesto Varischetti detto Charlie di Gorno, intrappolato a circa 200 metri di profondità in una miniera d’oro nel Western Australia, che, con un po’ di fortuna e grazie ai soccorsi dell’eroe palombaro Frank Hughes, riuscì a sopravvivere per ben 9 giorni sottoterra.
Non è solo una storia di sopravvivenza, è anche e, soprattutto, un racconto di coraggio e solidarietà.
Le taissine in quell’occasione hanno cantato un inedito: La storia di Charlie, canzone scritta proprio per ricordare il compaesano Modesto Varischetti che ha vissuto questa eccezionale esperienza in Australia, oltre alla canzone l’Emigrante che fa anche da sottofondo ad alcune scene del documentario stesso.
Via Crucis interparrocchiale 2014
Le Taissine di Gorno hanno collaborato alla preparazione della Via Crucis interparrocchiale che si è svolta a Gorno
VENERDI’ 14 MARZO 2014
Le varie stazioni della Via Crucis sono state animate da alcuni gruppi della Parrocchia e ognuno ha allestito uno spazio e preparato una riflessione sul tema assegnato.
Le Taissine hanno animato la tappa:
GESU’ RICEVE LA CROCE
Ecco di seguito la riflessione letta durante la via Crucis:
II STAZIONE: GESU’ RICEVE LA CROCE SULLE SPALLE
– Ti adoriamo Cristo e ti Benediciamo
– Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dal vangelo secondo Matteo
A tutti Gesù diceva:“Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.” (Mt 16,24-25).
Portare la croce non è semplice, Signore, e tu lo sai bene: il peso del legno, la sensazione di non farcela e poi la solitudine… quanto ci si sente soli a portare le proprie croci.
Quando ci sentiamo stanchi e pensiamo che nessuno possa capirci, fai sentire viva la Tua presenza ed infondi in noi la forza di continuare il nostro cammino con Te.
Ripetiamo insieme: Signore aiutaci a portare la croce.
- 1. La croce di ognuno è pesante, è pesante portare sulla propria vita la croce di una malattia inaspettata e inguaribile
- 2. E’ pesante portare come croce l’indifferenza di chi ci sta intorno e non si prende cura minimamente della nostra situazione, del nostro dramma, della nostra angoscia
- 3. E’ pesante portare la croce di una vita immersa nella tossicodipendenza, vissuta nella prostituzione, dell’illegalità, dello sfruttamento…
- 4. E’ pesante portare la croce di una vita nella precarietà, nell’attesa, nella speranza di un lavoro, di un aiuto per arrivare a fine mese.
- 5. E’ pesante portare la croce di una vita passata nella violenza ripetuta, nella paura di quelle botte e quegli insulti che ci annientano, nella paura per i nostri figli i nostri cari…
Gesù
Non ci imputare il nostro diventare deboli,
ma aiutaci a rialzarci.
Rinnovaci nella pazienza,
infondici la tua forza nell’anima.
Allora ci rialzeremo di nuovo,
abbracceremo le nostre croci e andremo oltre.
Perché non siamo creati per il dolore,
ma per la felicità.
CANTO:
ECCO L’UOMO
Nella memoria di questa passione
noi ti chiediamo perdono, Signore
per ogni volta che abbiamo lasciato
il tuo fratello morire da solo.
Rit. Noi Ti preghiamo
Uomo della croce
Figlio e fratello
noi speriamo in Te (2v.)
Nella memoria di questa tua morte,
noi ti chiediamo coraggio, Signore
per ogni volta che il dono d’amore
ci chiederà di soffrire da soli.
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